La parola yoga deriva dal sanscrito yuj e significa unire; ma unire cosa? Corpo, mente e spirito. Già dall'etimologia del termine capiamo come questa disciplina sia molto più di una semplice ginnastica. Le prime testimonianze dello yoga risalgono al 5.000 a.C. in India, grazie ai ritrovamenti di monete e tavolette, di quel periodo, raffiguranti alcuni asana (posizioni) mentre le prime prove scritte possono essere trovate negli Upanisad (scritture vediche che esplorano la natura dell'anima) risalenti al 3.000 a.C..
L'opera per eccellenza definita anche come la "bibbia" dello yoga sono gli Yoga Sutra di Patanjali (500 a.C.), dei veri e propri aforismi sullo yoga in cui Patanjali indica il cammino dello yogi in 8 passi per arrivare alla liberazione e allo scopo ultimo dello yoga: "Yoga Chitta Vritti Nirodha" ovvero lo yoga quieta (nirodha) i vortici (vritti) della mente (chitta).
Ma come si arriva a fermare i vortici della mente? Le vie in realtà sono diverse ma una di quelle indicate dallo yoga moderno è sicuramente la via del corpo e della respirazione consapevole. Solo dopo aver disciplinato il corpo (attraverso gli asana) e il respiro (pranayama) si potrà disciplinare la mente che, nello yoga viene descritta come una scimmia impazzita che salta da un ramo all'altro.
Prossimamente approfondirò anche il tema del cammino dello yoga ma spero di avervi chiarito un po' le idee riguardo cosa sia o non sia lo yoga.
Namaste
"Lo yoga è il più grande dono dell'India al mondo" (Shri T. Krishnamacharya)

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